Il tribunale per i Minorenni di Roma ha riconosciuto l’adozione incrociata a due donne. Primo caso in tutto il territorio Italiano, questa sentenza è il risultato di un’azione legale, che è stato proposta nel ricorso dei legali delle cosiddette “Famiglie Arcobaleno”.
Una decisione, quella presa del giudice del tribunale per i minorenni di Roma, destinata a far discutere, soprattutto per il fatto che il giudice è intervenuto laddove non c’è ancora nessuna legge in materia, in maniera del tutto autonoma, basandosi sul presupposto delle adozioni “particolari” per le quali la legge lascia un ampio margine di discrezionalità. Troppo ampio, probabilmente.
Le due bambine che sono al centro della vicenda mediatica hanno rispettivamente quattro ed otto anni, frutto di inseminazione artificiale praticata all’esterno del territorio nazionale, nel nord Europa. Il tribunale ha permesso alla donna di adottare le figlie dell’altra, facendo rientrare questo caso all’interno del novero che la legge definisce “adozioni particolari”. La legge stabilisce che le bambine non saranno sorelle, ma avranno lo stesso cognome. La legge in questione si riferisce a casi particolari e peculiari, ma non c’è alcun riferimento alle coppie omosessuali. In mancanza di una legge ad hoc, quindi, questa sentenza è destinata a dividere ancora.