Libia: rubavano gasolio e lo rivendevano in Italia e in Europa, arrestate 6 persone

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Sei persone sono state arrestate nell’ambito di una maxi operazione condotta dalla Procura di Catania e riguardante un traffico di petrolio che, dopo essere stato rubato in Libia dai miliziani dell’Isis, veniva rivenduto in Italia e in Europa

SICILIA-Sei persone, sospettate a vario titolo di aver avuto anche contatti stretti con miliziani dell’Isis, sono state arrestate oggi nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Catania e riguardante un traffico illegale di petrolio che, dopo essere stato rubato in Libia, veniva venduto in Italia e nel resto dell’Europa.

Secondo quanto rivelato da Il Corriere, il greggio veniva caricato sopra navi fantasma che, una volta giunte in Italia, veniva venduto alle raffinerie del Paese.

Già nei mesi scorsi la Guardia di Finanza aveva denunciato che il petrolio prelevato da zone sottoposte al controllo di organizzazioni terroristiche avrebbe potuto avere come terminal anche alcune aziende italiane.

Libia: i terroristi libici si finanziavano con il petrolio rubato nel continente nordafricano e venduto anche alle aziende italiane ed europee

Per questo motivo, come sottolineato dai finanzieri, è importante disarticolare ogni possibile frode nel settore degli olii minerali, in modo da contrastare in modo efficace il finanziamento delle organizzazioni terrostiche come l’Isis.

Il gasolio libico, oggetto dell’indagine, veniva rubato dalla raffineria di Zawyia, 40 km a ovest di Tripoli, poi veniva scortato dai miliziani libici armati fino alla costa e caricato sulle navi per essere trasportato fino in Sicilia.

Da qui era venduto, con l’intermediazione di una società maltese, al mercato italiano ed europeo. Tre persone sono finite in manette, mentre altrettante sono state condannate agli arresti domiciliari.

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