Google vuole computer più “umani”, arriva il machine learning

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Si sa, quando si parla di intelligenza artificiale, Google è in prima linea, infatti studia questo tipo di tecnologia da parecchio tempo e ha fatto (e tuttora fa) passi da gigante in campo.
Ma la casa di Mountain View non si accontenta, vuole scoprire se i computer possono essere creativi, ovvero se possono elaborare “qualcosa” che sia frutto di fantasia.

Questo “qualcosa” Google vuole che sia arte e musica (un obbiettivo veramente sopraffino ed intellettuale), quindi, riuscirà mai un computer a realizzare un disegno elaborando altre immagini? Oppure a comporre una canzone orecchiabile?

Le risposte ci verranno date da Magenta, un gruppo di Google.
C’è qualcosa che ci può aiutare nello sviluppo di tale tecnologia, ovvero il machine learning, che è l’abilità di una macchina di elaborare oggetti creati da umani e crearne nuovi in base a cosa ha analizzato.

Il gruppo Magenta utilizzerà TensorFlow, un algoritmo appunto di machine learning creato da Google che è aperto a tutti, ma la vera miniera d’oro di Google è la sua mole di dati, infatti l’azienda ha miliardi di informazioni dalla quale una macchina può apprendere.
Queste intelligenze artificiali avanzate funzioneranno grazie alle TPU, dei chip estremamente potenti che sono già utilizzati per servizi di grosso calibro, come Street View di Google Maps.