Un nuovo attacco scuote la Turchia, anche questa volta un kamikaze. Giovedì mattina, sulla strada che collega la città di Diyarbakir a quella di Lice, una delle zone a più alta concentrazione di popolazione curda, è stata fatta saltare una mina che ha causato l’esplosione di una camionetta di militari. Sette i morti secondo le autorità turche, che hanno subito puntato il dito contro il PKK.
Altri militari sono rimasti feriti; i dettagli dell’attentato non sono ancora ben noti.
Nel frattempo Ankara sostiene di aver identificato l’attentatore kamikaze che si è fatto saltare in aria ad Ankara provocando la morte di ben 28 persone. Si chiamerebbe Salih Necar, e sarebbe membro dell’YPG, collaborante con il PKK. L’attentatore è morto nell’esplosione. Nel frattempo sono 14 le persone arrestate sulla base di questo attentato perché ritenute collegate alla tragedia e alle coalizione anti-turche che serpeggiano nei territori abitati dai curdi.
La comunità internazionale ha espresso la sua collaborazione contro il terrorismo, incluso il ministro degli affari esteri Gentiloni, che ha espresso solidarietà nel comune impegno fra Turchia e Italia nella lotta contro la violenza del terrorismo.