Facebook, arrestato in Brasile il vicepresidente

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Bufera in Brasile, dove il numero Due dell’azienda fra le più importanti a livello mondiale, Facebook, è stato arrestato.

Diego Dzodan, vicepresidente di Facebook dell’America Latina, si trova in custodia cautelare a disposizione della giustizia. Così ha decido la magistratura brasiliana per l’uomo: il giudice di Lagarto, cittadina nord-orientale del Brasile, ha pensato a questa soluzione. Ma il motivo? La “mancanza di collaborazione” da parte dell’uomo per le indagini sui messaggi WhatsApp, piattaforma che, come noto, appartiene al programma di Facebook e quindi a Zuckerberg. Il manager si stava recando alla sede d’affari, a Itaim Bibi, ed è stato arrestato. Per ben tre volte era stato convocato negli ultimi mesi per dare chiarimenti sulla faccenda, ma aveva sempre scarseggiato dal punto di vista della collaborazione.

Non è tardata la risposta di Zuckerberg, che per mezzo di un portavoce ha espresso l’amarezza per una decisione “estrema e non proporzionata”. Facebook ribadisce, per mezzo dei portavoce, l’intenzione di continuare a collaborare con le autorità.

I dirigenti di Whatsapp proseguono: “Non possiamo fornire informazioni che non abbiamo” e sottolineano di ritenere di “aver collaborato al massimo delle nostre capacità”. Al centro dell’indagine della polizia brasiliana vi è la ricerca di alcuni messaggi di utenti che, per le forze dell’ordine, farebbero parte di un cartello criminale. A dicembre, addirittura, le autorità avevano sospeso il servizio WhatsApp.