Trent’anni fa andava in onda in Italia la prima puntata di Mila e Shiro, manga giapponese destinato a rivoluzionare il concetto italiano di cartone. Tutti l’hanno visto almeno una volta da bambini, e ricorderanno il titolo differente: “Attacker You!” che venne poi tramutato in quello più dolce e romantico con il quale è conosciuto.
Ben presto le fatiche d’amore della brava giocatrice di pallavolo Mila Azuki con Shiro fecero immedesimare tutti i bambini italiani. Certo, si trattava di un manga “all’occidentale”, bastava notare i vestiti ed i tratti somatici dei protagonista; ma in ogni caso si tratta del cartone animato giapponese più amato (a parte il mitico Holly e Benji) dagli italiani. E non c’era solamente lo sport a legare i protagonisti e a rendere appassionanti gli episodi, bensì anche un fine educativo che passava attraverso la retorica del sacrificio come fatto necessario per ottenere qualsiasi obbiettivo. Qualcosa, insomma, di molto attuale.
Il cartone in questi trent’anni ha contribuito a far crescere l’amore dei ragazzi per la pallavolo (sarà stato un caso il boom delle iscrizioni alla disciplina in quegli anni?) e anche a emozionare, far immedesimare, divertire e far sognare migliaia di bambini e bambine, e forse non solo loro.