Nella notte si è spento Umberto Eco, una delle menti più geniali e note della cultura del nostro paese. Semiologo e filologo, appassionato di conoscenza come non mai, erudito (“un pozzo di scienza”, lo definirebbe qualcuno) e sempre pronto a spiazzare i suoi lettori con aneddoti interessanti e pungenti.
Umberto Eco, che si è spento questa notte all’età di 84 anni nella sua casa di Roma, attorno alle 22:30, era molto di più dell’autore de Il Nome della Rosa.
Difficilmente la sua mente geniale potrebbe rimanere contenuta in uno schema predefinito.
Nato ad Alessandria nel 1932, Eco aveva prodotto numerosissimi saggi di semiotica, estetica e linguistica, delineandosi come un vero e proprio maestro del settore.
Laureato in filosofia nel 1954, aveva poi iniziato a scrivere opere letterarie.
Il successo era arrivato con il famosissimo romanzo “Il nome della Rosa” dal quale sarebbe stato tratto un’altrettanta famosa opera cinematografica, poi consacrato con “Il pendolo di Foucault”, nel 1988. L’ultima opera, “Anno Zero”, era stata pubblicata nel 2015.
Con Eco se ne va una fetta della nostra cultura migliore, quella sana ed ironica, profonda e sofisticata, una di quelle intelligenze che non aveva paura a porsi domande anche laddove la risposta fosse difficile.